Cultura vs Disagio” è un progetto di ricerca, sensibilizzazione e promozione.
Il progetto è ideato e sviluppato da IsICult – Istituto italiano per l’Industria Culturale, centro di ricerca indipendente fondato nel 1992 (clicca qui per scaricare il factsheet di IsICult).
“Cvd”, ovvero “Censimento delle Buone Pratiche Culturali Contro il Disagio (fisico, psichico, sociale)”, è un’iniziativa sostenuta dal 2016 dal Mibact – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, riconosciuto dapprima come progetto speciale e successivamente (2017-2020) finanziato con i fondi ordinari per lo sviluppo della cultura cinematografica e audiovisiva.
Il progetto ha come obiettivo primario la realizzazione di una prima inedita “mappatura” – nella prospettiva di un “osservatorio” permanente – e quindi riflessione multidisciplinare organica e critica su come la “cultura” interviene per combattere il disagio nelle varie dimensioni: psichiche, fisiche, sociali.
Gli effetti positivi dell’utilizzazione della “cultura” (intesa in senso lato, ma soprattutto attività culturale piuttosto che “fruizione” culturale) come strumento di lotta al “disagio” – inteso nelle sue varie dimensioni: fisica, psichica, sociale – sono confermati sia da emergenti evidenze scientifiche sia da una crescente coscienza sociale, nonché da una sempre più diffusa sensibilità istituzionale e politica.
Lo stato dell’arte delle conoscenze in materia è in Italia purtroppo ancora molto deficitario, soprattutto a livello di cognizione delle esperienze maturate sull’intero territorio nazionale: da questa constatazione, sorge l’idea di una prima ricognizione di ampio respiro sull’utilizzazione della cultura – nella sua accezione multidisciplinare * – come strumento di lotta al disagio.
La dimensione del “disagio” (fisico, psichico, sociale) riguarda milioni e milioni di persone che vivono in Italia.
Le esperienze di utilizzazione attiva della cultura per combattere il disagio si contano a centinaia sull’intero territorio nazionale, ma non sono finora mai state nemmeno censite.
Si tratta di un’Italia… minore, “minore” soltanto in apparenza: anzi, questa parte del Paese rappresenta spesso il laboratorio di esperienze d’avanguardia nell’ambito delle migliori pratiche di “welfare”.
Il progetto “Censimento nazionale delle Buone Pratiche Culturali Contro il Disagio” (in breve “Cultura vs Disagio”, da cui l’acronimo “Cvd”) prende spunto da un’iniziativa sperimentale di ricerca e promozione culturale (“Lo Spettacolo Antidoto contro il Disagio”, alias “Sacd”) che è stata inizialmente (dal 2012 al 2015) circoscritta al solo settore dello “spettacolo” **, ma si pone in prospettiva di “perimetrazione” molto più ampia, alla luce di una serie di considerazioni che qui si sintetizzano:
L’approccio metodologico sarà prevalentemente sociologico, ovvero tipico delle “indagini sociali”, con una integrazione “semantica” ed “economica” al contempo: si intende leggere i fenomeni in atto sia dal punto di vista contenutistico e sociologico (che origine hanno e che obiettivi si pongono le iniziative), sia dal punto di vista strutturale ed organizzativo (chi idea e realizza le attività, chi ne fruisce, quali ricadute concrete nel territorio e rispetto alle comunità di riferimento).
Si intenderà convenzionalmente per “cultura” l’insieme delle attività culturali, con un approccio trasversale e post-moderno: dalla letteratura al cinema, dall’arte contemporanea allo spettacolo dal vivo, da iniziative musicali ad esperienze di “performance” multimediale.
La ricerca “Cultura vs Disagio” produrrà anche un set di indicatori socio-culturali che possa consentire una rappresentazione sintetica dei fenomeni studiati, utilizzando forme evolute di visualizzazione grafica.
Obiettivo essenziale della ricerca “Cultura vs Disagio” è la realizzazione di una prima “mappatura” e quindi riflessione organica sulla cultura – intesa in senso soprattutto attivo (“attività culturale” piuttosto che “fruizione culturale”) – che interviene per combattere il disagio, nei suoi diversi ambiti ed aspetti: dalle carceri alle comunità agli ospedali, alle più varie dimensioni della disabilità e del malessere, della criticità nella coesione sociale e nell’integrazione interculturale, della lotta all’emarginazione ed alla discriminazione. Si tratta di una serie di “sub-universi” che in taluni casi si sovrappongono, con profondità di disagio aggravate.
Si intende realizzare anzitutto un “censimento” delle iniziative che, su tutto il territorio nazionale, utilizzano la cultura attivamente a contrasto del disagio e delle limitazioni, sia nella realizzazione del sé, sia nella partecipazione alla vita civile del Paese: attività che, se ben documentate ed analizzate, possono ampliare l’area della emancipazione sociale.
Il progetto si concentra su un vasto settore di sperimentazione sociale, civica, scientifica, medica, istituzionale e informale, che interessa nodi decisivi della convivenza civile, e utilizza le arti ed i processi culturali per coadiuvare azioni che intervengono su differenti aree del disagio.
L’iniziativa studia e promuove la cultura come strumento di apprendimento e cambiamento individuale e di “empowerment”, come stimolatore di benessere, come strumento di prevenzione e contrasto al disagio nei diversi contesti sociali (ospedali, carceri, comunità… e le varie dimensioni dell’esistenza delle persone con disabilità, delle comunità di immigrati, le realtà dell’emarginazione…): la cultura che sceglie di intervenire nelle aree del disagio con il coinvolgimento attivo dei “disagiati”, la cultura che si impegna nel sociale, con diverse modalità e fino alle artiterapie (teatro-terapia, musico-terapia, danza-terapia, clown-terapia, ecc.).
Gli “universi” di riferimento sono diversi e paralleli (anche se talvolta – come si accennava – sovrapposti) e coinvolgono indirettamente milioni e milioni di individui, e direttamente centinaia di migliaia di persone (i dati riportati a seguito fotografano la situazione nell’anno 2019): basti ricordare che, in Italia, gli “istituti di pena” (sia le carceri che gli istituti per minori) sono in totale 207, mentre gli “istituti di cura” (ospedali pubblici e case di cura private) sono nell’ordine di oltre 1.000 realtà (di cui una metà pubbliche e l’altra private), senza considerare le oltre 4.600 “residenze sanitarie assistenziali” (Rsa) e le altre strutture sociosanitarie simili, che registrano un totale di posti letto superiore ai 340mila; a fine giugno 2019, le persone detenute nelle carceri italiane ammontavano a poco meno di 61mila (di cui il 32 % sono stranieri), ed erano circa 36mila le persone sottoposte a misure alternative alla detenzione, per un totale di più di 97mila persone “prese a carico”. Sono circa 18mila i minori ospiti di strutture di accoglienza. Il totale dei posti-letto negli ospedali ed istituti di cura consente di accogliere circa 213mila pazienti. Il personale che lavora in queste strutture è, nell’ordine: circa 31mila gli agenti di polizia penitenziaria (in calo rispetto al passato) e 3mila tra pedagoghi ed assistenti sociali; 101mila sono i medici e 253mila l’insieme del personale sanitario ausiliario, e complessivamente il personale ospedaliero e degli istituti (tra medici, infermieri e personale ausiliario), supera le 600mila unità. Le persone con disabilità che vivono in Italia sono 4 milioni e 300mila, di cui circa la meta con gravi limitazioni che non le rendono pienamente autosufficienti. A livello scolastico, si ricorda che gli alunni con disabilità sono circa 268mila, a fronte di circa 100mila insegnanti di sostegno. Gli stranieri sono oltre i 6 milioni, di cui 5 milioni e 200mila regolarmente iscritti all’anagrafe dei Comuni, e rappresentano ormai il 10 per cento della popolazione residente.
* “Cultura” intesa come: teatro, musica, danza, arti circensi, cinematografia ed audiovisivo, multimedialità / crossmedialità; arti visive: fotografia, pittura, disegno, grafica, scultura, incisione, fumetto, arti tessili; letteratura e giornalismo;
** Ci si riferisce al progetto “Lo Spettacolo Antidoto Contro il Disagio” (“Sacd”), ideato nel 2012 da Lorenzo Scarpellini ed Angelo Zaccone Teodosi, che il Mibact ha fatto proprio elevandolo allo status di “progetto speciale” nel 2013. È opportuno precisare che il progetto di ricerca “Cultura vs Disagio” si pone come iniziativa indipendente rispetto a quella appena citata, sebbene si farà naturalmente riferimento all’eredità di quella esperienza, per il campo di specifica competenza, cosi come ad altre pratiche.
*** Per esempio, limitando l’attenzione alla dimensione carceraria, basti citare quattro tra le esperienze di eccellenza: il Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere (Cntic), per quanto riguarda l’ambito teatrale e la rivista “Teatri delle Diversità / Cercare”; il Premio Letterario “Goliarda Sapienza”, nell’ambito letterario ovvero rispetto all’attività di scrittura; il laboratorio di “Ristretti Orizzonti”, per quanto riguarda la scrittura giornalistica in ambito carcerario; il MedFilm Festival con l’iniziativa “Corti dalle Carceri”, vetrina di corto-mediometraggi audiovisivi realizzati da detenuti.
Foto con Angelo Zaccone e Sergio Bellucci, tratta dal convegno “La cultura per combattere il disagio”, tenutosi nel dicembre 2013 al Forlanini di Roma.